Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/337

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idilli 331



     Sorbí la dea, agitata
da ignoto nume, il nettare soave;
chiuse le labbra, le inarcò, le scosse,
e volse i languid’occhi,
quel che l’avea baciata
rimirando chi fosse.

     D’allor d’Amore i baci,
se non li attosca gelosia crudele,
sono aspersi di miele.