Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/401

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     Ed un cuore sí pietoso,
dolce segno ai strai d’amore,
perché inutile rigore
60lo pascesse, ti formò?

     E può ascrivermi a delitto,
quand’ei stesso l’ha creato,
che da me sia, Fille, amato
un sembiante lusinghier?

     65Ai suoi cenni ubbidienti,
s’aman pur tra verdi sponde
fuggitive o pigre l’onde,
s’aman l’erbe, l’aure e i fior.

     Quell’augel, che non paventa
70venti e mar, da estranio lido
a cercar l’antico nido
è condotto dall’amor.

     Sola tu, che lui somigli,
dell’amor sprezzi le faci,
75che temprate son de’ baci
alle fiamme e dei sospir;

     per condurre i giorni e gli anni
fra le cure egre dolenti,
ove, paghe mai, le menti
80sono oppresse dai desir.

     Dell’amor le rose cògli,
fínch’è tempo, senza spine;
ma t’affretta: ha il suo confine
la fugace gioventú.

     85Indiviso da vecchiezza
segue il tardo pentimento,
e, ministra di contento,
quell’etá non torna piú.