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Pagina:Fantoni, Giovanni – Poesie, 1913 – BEIC 1817699.djvu/422

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5
     Questo è colui, che per sentiero incerto
con colonna di fuoco ti condusse,
che ti nutrí di manna entro il deserto,
che al promesso terren salva ti addusse,
che al suon possente delle sue parole
fe’ Gerico crollar, fermare il sole.
6
     Presto su te cadrá l’alta vendetta
e dell’antico onor priva sarai;
lungi del patrio suol, schiava negletta,
clima cangiando e sinagoga andrai,
e agli esuli tuoi figli in fronte scritto
leggeranno le genti il tuo delitto.
7
     Ma giá cessa il furor della procella,
e piú lucente il sol fa a noi ritorno:
su l’arco variopinto Iride bella
fuga le nubi e rasserena il giorno;
e, qual su l’arca il buon Noè la vide,
alla redenta umanitá sorride.
8
     Con i vostri vapori, al cielo, o monti,
grazie rendete; e voi nel vitreo seno
gorgogliate di gioia, o rivi e fonti;
non vi sia lieta valle o calle ameno,
non selva incolta, non remote sponde,
che di fior non si vesta, orni di fronde.
9
     Angioli, resi uguali a noi quest’oggi,
palme rapite a Gade, e intatte rose
di Gerico togliete ai lieti poggi
e cingete le fronti gloriose;
del ciel dischiuse le gemmate porte,
Cristo risorse vincitor di morte.