Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/113

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parte prima. 105

        Come se avesse drento
        La rabbia dell’amore.

Coro. Come se avesse drento

        La rabbia dell’amore.

Brander. Miser! non trova loco,

        E di bel dì in cucina
        Ecco viene, e ruina
        Capovolto nel foco.
        Oh, pietå! sulle brace
        Mette un sibilo, e giace.
        E la cuoca, che tratto
        L’ha a quel partito matto,
        Pur rise; ed: Oh romore!
        Disse; egli manda un vento,
        Come se avesse drento
        La rabbia dell’amore.

Coro. Come se avesse drento

        La rabbia dell’amore.

Siebel. Ve’ come que’ ghiottoni se la godono! Bell’onore veramente attossicare i poveri topi.

Brander. Son tanto nella tua grazia?

Siebel. Oh, il pancione! la zucca pelata! Il malanno lo fa dolce e manoso, ch’egli vede nel topo sgonfiato il suo ritratto al naturale.

FAUSTO e MEFISTOFELE.

Mefistofele. Prima di ogni altra cosa bisogna ch’io li faccia entrare in una sollazzevole brigata, affinchè tu veggia quanto sia facile il darsi lieta vita. Per costoro ogni dì è festa: e con poco cervello e grande