Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
parte prima. | 115 |
Mefistofele. E quanto duran poi,
Dite, i bagordi suoi?
Le Bestie. Tanto che noi
Scaldianne un poco
Le piote al foco.
Mefistofele a Fausto. Che ti pare di queste gioviali bestiuole?
Fausto. Le mi paiono la più sciocca cosa ch’io vedessi a’ miei dì.
Mefistofele. E a me anzi un simil ragionare riesce gustosissimo. (Alle bestie)
Or mi dite anche, bertuccioni sciocchi,
Che è quel che nel paiuolo rimestate?
Le Bestie. Egli è una broda lunga da pitocchi.
Mefistofele. Molti la gusteran, non dubitate.
Il Gatto si accosta a Mefistofele e gli si stropiccia intorno.
Deh, i dadi fuora
Gitta, o signore,
E vincitore
Fammi in buon’ora.
Ahi, poveretto,
Vivo in martoro,
Ma se avessi oro
Avre’ intelletto.
Mefistofele. O, quanto la bertuccia si stimerebbe beata, sol che potesse mettere al lotto. (I Gattimammoncini stanno intanto giocando con una grossa palla, e rotolandolasi innanzi.)
Il Gatto.
Quest’è il mondo
Che va ratto
Ratto a tondo;