Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/229

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parte seconda. 221

non dubbio della pace in fra i popoli? Stamane, ne ho ferma fidanza, toccherammi in sorte di fregiare una bella fronte condegnamente.

Una corona di spighe dorate. I bei doni di Cerere riescano per voi di buon augurio; e quello fra i beni della terra cui tutti anelano e ad ogni altro antepongono — l’utile, dico — acquisti vaghezza coll’essere a voi d’ornamento.

Una corona di fiori fantastici. Fiorelli variopinti che ti paiono malve, e nol sono, un mirabile intreccio di bottoni e di campanellette che fanno capolino dal muschio! non ha che far punto colla Natura, e tuttavia lo inventa la Moda.

Un mazzolino fantastico. Teofrasto1 medesimo non potrebbe dirvi il mio nome; por mi confido di riescire assai gradito, se non a tutte, a questa almeno o a quest’altra, cui mi fora di non poco diletto l’appartenere, ove intrecciarmi volesse ne’ suoi capegli, o deliberasse di acconciarmi in sul petto.

Provocation. Scervellinsi a posta loro per favorire alla moda del giorno quante v’hanno screziate e vive fantasie, e producano senza fine bizzarre meraviglie sconosciute alla Natura; verdi steli, e campanelle d’oro, ondulate pure fra i morbidi ricci! ma noi....

Bottoni di rosa. Noi ci teniamo nascosti; beato quegli però che ne scopre nella nostra freschezza! Sopravvenuta la state, il bottoncino di rosa s’infiamma: chi potrebbe star saldo a cotale ebbrezza? Il pro-

  1. Teofrasto, il filosofo di Lesbo, l’alunno di Platone e di Aristotele, l’autore dei Caratteri, che ci lasciò pure una Storia Naturale delle piante.