Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/297

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parte seconda. 289

rienze sopra tutte quelle cose che misteri appellavansi della Natura, e gli esseri ch’essa produceva un tempo organati, noi altri vogliamo farli cristallizzati.

Mefistofele. L’esperienza vien sa cogli anni; per chi ebbe a vivere lungamente, nulla di nuovo accade in sulla terra; ed io medesimo che ti parlo, ricordomi di avere riscontrato ne’ miei viaggi parecchi individui cristallizzati.

Wagner che tenne gli occhi sempre fissi alla guastada. Il mescuglio sale, si dilata, brilla, gorgoglia; a momenti l’opera toccherà il suo fine! Un gran progetto sembra a prima giunta essere un’utopia, una balordaggine; d’ora innanzi però sfidar vogliamo il caso, talchè un pensatore potrà a suo talento da oggi in poi formare un cervello di pensar retto e aggiustato. (Osservando la guastada tutto giubilante.) Il cristallo risuona ed oscilla, mosso da una forza dolce e soave;1 è la mistura si conturba, indi si

  1. Questo suonar del cristallo, lo udimmo già nella cucina della strega, dove i fantastici s’urtano fra loro appena comincia a bollire quella mirabile pozione. Goethe non lascia sfuggire l’occasione di fare accorto il lettore della unità del suo lavoro fra le mille apparizioni che possono distrarnelo, e di rammemorargli siccome il mondo, nel quale, come Virgilio e Dante, viaggiano insieme, per aggrandirsi ch’e’ faccia punto non muta. Questi leggieri suoni cristallini, indifferenti da prima, contribuiscono inoltre nel loro modo a tenerci vivo dinanzi lo stupendo motivo della sinfonia. Questa proprietà di ripercuotere i suoni concessa al vetro, al cristallo, a’ metalli esalta tutte quante le immaginazioni poetiche della Germania. Dovunque, su quel suolo vaporoso, la Poesia muove a collegarsi colla Musica, e il leggiadro imeneo si celebra mai sempre nell’azzurro del firmamento, o delle acque, ne’ boschi fronzuti, o in fondo a un vaso di metallo o di vetro. Vedi Novalis, Hoffmann, Gian Paolo, Rückert, tutti a dir breve, non eccettuato lo stesso Uhland, il quale tuttochè palese entusiasta della realtà, cesse alla influenza musicale della terra di Mozart, di Beethoven, e di Weber.