Pagina:Fausto, tragedia di Volfango Goethe, Firenze, Le Monnier, 1857.djvu/36

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28 cenni su la vita

d’austero o di misantropico. I suoi puri costumi sono marchiati di dignità e di gentilezza; le sue maniere tengono di una civiltà raffinatissima, senza che un sol vestigio di corruzione o di digradamento si lascin neppur travedere. Omaggio sia reso a quest’uomo, la cui vita e le cui parole, il di cui ingegno e le opere compongono una sì commovente e sì peregrina armonia!

Noi ammirammo l’intelligenza di Goethe e la vedemmo svolgersi a noi dinanzi: noi non ci siamo curati che di tratteggiare sommariamente il carattere del suo ingegno. Questo artista dotato della facoltà di tutto comprendere, tutto riprodurre, seppe graduatamente perfezionarsi collo studio, colla meditazione, col soffrire le acerbità della vita. Egli seppe raccogliere ed accordare tutti i gravi dettati che la storia ci ba tramandati. L’alto e fecondo suo intelletto s’insignorì di tutto ciò che l’antichità ci ha trasmesso in fatto di tradizioni, di tutto ciò che l’incivilimento ne largisce in fatto di lumi e di tecnici perfezionamenti. Alla sua flessibilità naturale egli seppe aggiungere una quantità di sussidi e cognizioni quasi infinita: per un vero prodigio gli scritti di tanto uomo sono perspicui nella loro dizione, ingenui nella loro facondia e splendidezza.

Anche quando le allegorie ed i simboli traspaiono dal suo pennello creatore, Goethe sa conservarsi semplice e lucido. Nelle sue dipinture v’ha sempre della calma e del riposo: il suo calore è dolce e penetrativo: il suo stile è infinitamente arrendevole, ma sempre chiaro: i suoi personaggi, come Faust, Filina, Cloercben, il Tasso, Mefistofeles, Mignon, agiscono liberamente e sembrano vivere nella propria loro vita. Essi non veggonsi, come gli eroi di Byron, di Rousseau, di Richter, portare il marchio incancellabile degli autori che gli hanno creati. Sono in vece creature simili a quelle immaginate da Omero, da Shakespeare, da Richardson; sono veri esseri vivi e viventi, sono personaggi ben rilevati. Goethe gli governa, gli classifica, gli fa parlare, operare, pensare come gli torna più a grado.