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98 ercole luigi morselli

LI.


IL PREMIO


Dieci anni interi aveva consumato un certo serpente, per divenire un perfetto acrobata e c’era così bene riuscito, che affrettava col desiderio il giorno trionfale, in cui inviterebbe tutti i colleghi suoi a veder le sue bravure, e otterrebbe finalmente quel premio che dalle sue fatiche decennali giustamente si sperava.

Il giorno venne. È bensì vero che certi grossi e famosi serpenti non credendo convenevole cosa interrompere la loro aurea digestione, si fecero pomposamente rappresentare da altri più piccoli; pur tuttavia di serpenti ne venne un bel po’ e certo, a metterli in fila, saranno stati un miglio!

Il nostro serpente fu per iscoppiare dalla felicità, tanto s’agitarono a lodarlo quelle lingue forcute.

Ma io che, avvisato in tempo, mi ero potuto nascondere lì vicino per spiare un poco, vi posso dire sul mio onore che quella canaglia vennero tutti fischiando e se ne andarono fischiando.

Voi mi direte: Ma che diavolo potevano fare dei serpenti se non fischiare?!

E io vi dirò: — Mettete degli uomini al posto dei serpenti, rifate la prova e vedrete che fischian lo stesso.