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96 un'idea di ermes torranza


Dio, come parlava quella musica! Che amore, che dolore, che sfiduciato pianto! Entrava nel petto come un irresistibile fiume, lo gonfiava, vi metteva il tormento di sentirne la passione sovrumana senza poterla comprendere. Bianca si alzò con gli occhi bagnati di lagrime, andò ad aprir le imposte della porta che mette in giardino. «Le ombre della notte» aveva scritto Torranza «devono poter entrare nella camera».

La notte era chiara. Gli alberi del giardino si vedevano sfumati nella nebbia lattea. Non un susurro, non un soffio; la nebbia, muta e sorda, era immobile.

Bianca tornò con un leggero tremito al piano. Guardò ancora l’orologio; erano le dieci e un quarto. Allora si decise, si raccolse nella musica che aveva davanti, bandì ogni altro pensiero, ogni