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Pagina:Fenicia - Canto a tutte le donne virtuose dell'universo.djvu/19

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Languir per malattia, pietosa aita
50Lui porge, s’addolora, e quasi sente
Più pena di colui che soffre il male.
Quando scorge il simil, che sente fame,
Toglie a se stessa (anche se dessa fosse
Indigente) quel pan che l’è di cibo,
55E lieta a quel famelico lo porge.
Alloraquando un cieco od un storpiato
Ode che si lamenta per le strade,
Spinta da caritade a quel s’invia,
Il conforta l’ajuta, e a lui vorrebbe
60Ridar la vista e sanità perfetta.
Quando quell’accatton le si presenta,
Che per sventure e per avversa sorte
La sua nudità porta coperta
Di lacerati cenci e di pidocchi,
65Ella commiserevole fà quanto
L’alma pietà le detta, ed il fornisce
Di nuove vesti e lincerie polite.
In somma la miseria à gran soccorso
Nella pietade della donna sempre.
     70Dove le donne siedono sul trono
Nella luce maggior regna Clemenza,
Regnan Prudenza Umanità la diva
Figlia del Cielo, che Discordia abborre.
Ah! sì! la donna è savia, ed ogni mossa
75Prudentemente pesa, e presagisce
Le conseguenze tutte anche lontane.