Pagina:Fenicia - Canto a tutte le donne virtuose dell'universo.djvu/9

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CENNO PRELIMINARE



Nel mattino del dì ventiquattro aprile m’intesi una voglia imponente di scrivere una qualche cosa, che a me stesso erasi ignota; e presa la penna, mi sentii avvolto in un vortice d’elettrica corrente, la quale guidommi la mano, e con la rapidità del lampo mi fè gittar sulla carta in meno di un ora questo canto che publico.

Non saprei esprimere lo stato di quasi estasi in cui venni rapito, durante tale scrittura. Veementissima ma dolce potenza sentiva su di me, che m’ispirava, ma più che mi faceva scrivere rapidamente, cosichè la mano non aveva tempo a metter in essere l’affluenza del dettato: notai però che la mente non era affatto affaticata dall’effetto della meditazione, e che anzi godeva dell’amenità d’una piacevole fiamma, ch’or definisco divina.

Rimasi sorpreso quando terminai di scrivere in leg-