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Celeste un lembo allo sparir di quelli,
E di sua luce l’egro mondo avviva.
Umanità de’ suoi tiranni in faccia
20Redenta sorge ed a quel seggio anela
Cui Dio creolla. Un dì fia legge amore;
E della spada la ragione infranta,
Fia l’Evangelo ai popoli suprema,
Unica norma. Oh fortunata etade!
25Ma ove deturpa il tradimento un soglio,
Ove sgabel n’è la giustizia, e legge
La cruda altrui perfida voglia, infame
Quivi è il poter: contamina lo scettro
Nobile spirto e più s’altri il divida
30Di tempra non conforme. Il reo soverchia
Il Giusto ognor; nè può cosa nessuna
Partir col vizio chi del ben sia vago,
E a lui s’ispiri. A popolo corrotto
Invan dator di libertate uom fôra
35(Di libertà che sol virtù sorregge)
Ove tristo signor fe’ tristo il servo.
Ma sol di re, garzon, tu il nome avesti
E ben fu tua ventura — Ognuno è dêsto
Nella magion regal, chè veglia al paro
40Vendetta e amor. S’asside questo accanto
Del misero Lotario; e al tetto quella
Ne va del reo monarca; e come il trono
Ei s’assecuri e in un il figlio appaghi
Spegnendo il suo rival torva gli addita.