Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/105

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In una relazione (11 di luglio, 1547) dei maestri delle cesaree entrate dello Stato di Milano al governatore don Ferrante Gonzaga è cenno, fra le altre cose, di un rimborso di lire 628 al castellano di Trezzo per spese cibarie fatte a 14 soldati spediti da don Alvaro de Luna, preposto in quel tempo al castello di Milano, per un trattato o congiura scopertasi nel Bergamasco.

Non è meraviglia che il castello per la sua ampiezza e per li inevitabili guasti recati dal tempo richiedesse sovente lavori di ristauro e di abbellimento. Serbasi una descrizione (2 di aprile) de’ lavori che dovevano farsi nel 1550, scritta da un Cristoforo da Linate ingegnere della camera Cesarea per commissione di Francesco Rotta commissario generale sulle munizioni nello Stato. Un’al-

    li predicti consule, commune, università et particulari persone sarano perpetuamente fideli al sacratissimo Carlo imperatore de’ Romani suo signore et soi successori nel sacro romano impero et al illustrissimo et excellentissimo signor Antonio de Leyra suo locumtenente et capitano generale, et che mai scientemente nè in consiglio, nè in fatto prestarano adjuto ch’el predicto sacratissimo imperatore o soy successore o in persona o nel stato o nel honore patiscano danno alchuno o injuria; et se saperano o intenderano alchune de le predicte cose essere tratate, quanto più presto potrano, la manifestarano ad sua Maestà o ad soy agenti nel Stato de Milano, et essendoli detta alchuna cosa in secreto, non la manifestarano senza licenza de soa Maestà, et essendo richiesti prestar Consilio, lo darano fedelmente, ne manifestarano cosa che possa portare danno o iniuria a soa Maestà o soy successori et al predicto illustrissimo signor locumtenente ut supra o ad soy officiali o al dominio suo, et finalmente farano tute quelle cose che sono tenuti fare li fedeli subditi verso soa Cesarea Majestà suo signore et soi locumtenenti.»