Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/154

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tradizione in paese che, volendosi dedicare la chiesa a s. Ambrogio, si abbia voluto sopra la figura della Vergine apporre quella del santo. Vi si conserva pure in un’elegante cappella a fianco dell’altar maggiore quella medesima croce di legno (entro cui trovavasi il santo Chiodo) che fu portata da s. Carlo nell’occasione della peste in Milano. Era stata donata dall’arcivescovo cardinal Monti ai padri Carmelitani scalzi del convento di Concesa. Suppresso quel cenobio, il prevosto di Trezzo fu invitato dalla curia arcivescovile a levare da Concesa quell’insigne monumento storico-religioso, e a collocarlo nella prepositurale1.

Il paroco di Trezzo, Cesare Nava, ai tempi del cardinale Federico Borromeo, domandò al sommo Pontefice l’erezione della sua parochia in prevostura plebana. Fu esaudito (il 1607), e la nuova pieve restò intatta siuo a’ nostri giorni. Conserva il rito romano o piuttosto patriarchio2. Essa comprendeva tutta la parte dell’antica pieve di Pontirolo posta nel Milanese al di qua dell’Adda, cioè a dire Trezzo con Busnago, Bassiano, Colnago, Concesa, Cornate, Pozzo, Trezzano, Vaprio e Groppello3.

  1. Dobbiamo queste notizie confermate anche da atti esistenti presso, la curia arcivescovile di Milano, alla gentilezza dell’odierno prevosto Angelo Camera.
  2. Ciò vuoisi probabilmente attribuire all’avere l’antica e vasta pieve di Pontirolo, a cui Trezzo apparteneva, aderito verso i tempi di Teodolinda e di s. Gregorio Magno allo scisma detto dei tre capitoli, promosso dai Patriarchi d’Aquileja.
  3. Delle altre due parti dell’antica pieve di Pontirolo una fu unita