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Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/50

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Trezzo. Li stipendiarj, non curando ciò, replicarono: «Deponete presso di noi le vostre armi.» Il che eseguito, furono condutti a Carvico e di poi a Caprino come prigionieri ponendo all’incanto i cavalli e le armi loro. Recatisi le genti di Trezzo nel marzo a Cortematica, la posero a sacco e a fuoco, indi passarono nei territorj d’Osio inferiore e superiore, di Mariano, Dalmine, Albegno e Treviolo, Ponte S. Pietro, Curno e Longuelle, fino alla grancia del monastero d’Astino, e da ultimo recarono guasti a Bonate superiore, dove abbruciarono le case al detto Barili.

Poscia (20 d’aprile) Giacomo dal Verme e Galeazzo Gonzaga, generali del duca, con più di 5000 cavalli e 1000 guastatori, oltre un gran numero di fanti, posero l’assedio a Trezzo dalla parte del Milanese. Tre giorni dopo uno dei capitani di Jacopo dal Verme con la sua compagnia entrò nel castello di Brembate inferiore spettante agli eredi di Benzo de’ Suardi, e fece 18 prigionieri. Il generale Galeazzo s’avviò il 24 a Chignolo, e, visto il castello abbandonato dai Guelfi, vi pose la sua brigata. Anelando egli sempre a nuove conquiste, lasciato il dal Verme all’assedio di Trezzo, volle stringere anche Medolago. Ma, mentre animava i suoi all’assalto, fu colpito a morte nella fronte da una freccia. Jacopo dai Verme, rimasto solo, non giudicò di continuare l’impresa di Trezzo: l’8 di maggio, lasciati nelle bastite intorno al castello più di 100 cavalli, e 500 tra fanti e balestrieri, si trasferì