Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/79

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Gaspare Santo da Trezzo1. Questi era stato luogotenente di messer Stefano Marliano potestà del borgo, rimosso poi da quella carica per la sua cattiva condutta da Francesco Sforza, e privato ancor prima da quel Consiglio communale di ogni officio e benefizio. Allorquando tenevano la castellania i Villani, egli per guadagnarsene le grazie aveva indutto suo fratello Alberto a palesar loro la cifra segreta che gli serviva per corrispondere col duca Francesco Sforza. Alberto poi disse ai Villani che un tal Francesco Isolano possedeva la detta cifra e che questi era uno spione del principe nella terra, tenendolo continuamente avvisato di quanto essi facevano e dicevano. In conseguenza di ciò que castellani un giorno entrarono nella casa dell’Isolano, frugando nelle casse, nei libri, e perfino nella paglia del letto. Guai a lui se vi avessero trovata la cifra. Tuttavia erano deliberati di tagliare a pezzi il perquisito, e l’avrebbero fatto, se, per buona ventura, avutone avviso da un amico, egli non si fosse messo in salvo. Ora il Santo tiranneggiava Trezzo, feriva e assaliva insieme co’ suoi figliuoli gli uomini della terra, e diceva villanie alle principali donne. Di notte ferì sulla piazza Marchetto Coldiraro suo compare, ed essendo accorsi i figli con l’armi, Santorio ferì Peruzzo de’Bregonzi nella testa, e s’avventò con un

  1. Desumiamo queste notizie biografiche da un Memoriale (14 di giugno, 1475) di Francesco Isolano da Trezzo, diretto al duca di Milano e letto nel Consiglio secreto.