Pagina:Ferrero - Appunti sul metodo della Divina Commedia,1940.djvu/116

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Il primo sentimento che prova Dante è la paura:

«Ah quanto, a dir qual era, è cosa dura,
Questa selva selvaggia ed aspra e forte
3Che nel pensier rinnova la paura!
Tanto è amara, che poco è più morte...»

Inferno, I, 4-7


Poi quando vede Virgilio è la riverenza. In verità non è detto che in quel momento, davanti a un possibile salvatore, non cada anche in un po’ d’adulazione:

«Or se’ tu quel Virgilio, e quella fonte
Che spande di parlar sì largo fiume?
. . . . . . . . .
O degli altri poeti onore e lume...»

Inferno, I, 79-80-82


Nella terzina seguente Virgilio ritorna l’uomo normale:

«Tu sei lo mio maestro e lo mio autore»

Inferno, I, 85


La gerarchia è subito impostata con mano maestra. Dante si mette subito nelle mani di Virgilio: «Tu duce, tu signore, tu maestro» e vi sta fino alla soglia del Paradiso quando Virgilio lo proclama degno di seguire da solo il suo viaggio:

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