Pagina:Ferrero - Diario di un privilegiato, Chiantore, 1946.djvu/112

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leo ferrero

questo «papà» coraggioso, familiare, inopportuno.

Mentre lo accompagno mi sorride molto e mi dice: «Quando finiranno con questa sorveglianza!». E’ una frase che certo ha preparato per addolcire la visita, farci sentire che lui è più seccato di noi, e che in questo comune malumore dobbiamo sentirci un po’ fratelli. Esordio se ci si pensa, assurdo e untuoso. Ma papà non si lascia commuovere. E’ disteso sul sofà con la gamba diritta per via dell’ascesso. Lo accoglie con più violenza ancora di ieri sera, ha bisogno di uno sfogo.

«Ma è questa la maniera di fare! Ma in che paese siamo! Mi si mettono dei carabinieri in giardino senza avvertirmi. Un ufficiale entra qui senza chiedermi il permesso!».

Il commissario sorrideva con aria di malizioso compatimento come se ci fosse un sottinteso stabilito, che, sì, non si do-


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