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sono passati, e tu non sei più biondo
come il biondo licor di Siracusa.
Guarda piuttosto nel ruscello!

(Ulisse va all’Arelusa e si specchia. E rimane un momento silenzioso, osservando)

ULISSE

                                                                     Un giorno,
venti anni fa, venni a veder la mandra,
e mi specchiai nel chiaro fior dell’acque.
Non son più quello. Ah Dea! Ma questo braccio
è ancora forte e i miei capelli sono
soltanto grigi e non mi curvo ancora.

PALLADE

Ora la nebbia schiarirà e la bella
Itaca alfine rivedrai nel sole.
E dormirai per un minuto, e vecchio
e mal vestito ti faró svegliare.
Cosí concio starai fino al momento
della vendetta. E in quel momento, un sole
risplenderà negli occhi tuoi, terrore
dei Proci, e bionde diverran le chiome
e giovane sarai come una volta.
Va’ dal porcaro. Chiedigli il suo pane
ed il suo tetto; non dirgli chi sei.
Sopporta i colpi, sopporta le ingiurie.
Entra con lui nella tua casa, come
un mendicante. Io vado al mare e cerco
del tuo figliolo, che sta ritornando
sopra una nave, e spingeró la nave,
e te lo mando.

(sparisce)