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I PROCI
— Iro, mi sembri un botolo che trema
ed ansa, al freddo, sotto il nembo, e sbatte
sui magri fianchi la coda. — Coraggio,
ora mi sembri tu la vecchia sguattera! —
Ma fatti avanti! Non tremare! — Avanti!
— Avanti!

(Iro, spinto dagli incitamenti, ridiventa baldanzoso e fa un passo verso Ulisse. E l’eroe, con un solo pugno fortissimo sulla mascella, lo fa ruzzolare sotto gli sgabelli. I Proci ridono a crepa pancia)


                    Non ci ritornare!
T’ha steso a terra con un solo pugno!
— Ma che bel pugno! — Chi l’avrebbe detto! —
— Un vecchio curvo! — Un mendicante! — Un pazzo! —
— E’ stramazzato come fosse un fico!
— Sembrava rotto e tremolante. — Il pugno
che gli ha appioppato è un pugno da gigante!

(Ulisse afferra Iro per le spalle e lo scaraventa fuori della porta)


ULISSE
Comincia tu, povero ubriacone,
vecchio zimbello! T’è meglio partire
oggi malconcio che domani ucciso!
ANTINOO

(che si volta e vede Penelope)


Dei! La regina!