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la rinascita 119


tuttavia sempre maggiore di quella che poteva correre tra l’Europa del secolo XVII e la Roma della seconda guerra punica.

Nel «Discours critique» che precede la traduzione di Tacito fatta da Amelot de la Houssaye, è riassunto il commento di Filippo Cavriana «Sopra i cinque libri di Cornelio Tacito». È citato tra l’altro, questo passo: «Comme Tacite découvre tout ce que les Princes de son temps faisoient, les vertus et les vices de nos princes donnent reciproquement l’intelligence de tout ce que dit Tacite, de sorte que les mêmes endroits que l’on trouve obscurs la première fois, sont bien entendus la seconde ou la troisième. Au reste les gens qui auront fréquenté la cour ou les armées, pourront expliquer fidelement cet auteur sans le secour d’aucun interprète» 1.

Tacito è dunque una specie di guida delle corti, l’autore che si può intendere solo praticandole quotidianamente. Diventato l’autore familiare dei sovrani e dei cortigiani, Tacito è stato mutato in un grande maestro della Ragion di Stato, grazie a una persistente falsificazione, per cui le acerbe sentenze che in Tacito flagellano il vizio, sono interpretate e commentate come consigli di un’arcana e profonda saggezza, indicando al sovrano il termine a cui la Ragione di Stato può condurlo.

Approfittando della serietà e della compostezza che Tacito conserva anche nei momenti in cui si sde-

  1. Tacite, avec des notes politiques et historiques par Amelot de la Houssaye. Paris, 1724.