Pagina:Ferrero - La palingenesi di Roma, 1924.djvu/80

Da Wikisource.
la distruzione 69


poter affidare a lei sola le difese delle messi. Ma alla semenza del grano, quando è ancora sotto terra, hanno preposto la Dea Seja, ed al grano quando spiga la Dea Segezia, ed al grano raccolto e riparato, perchè lo difendesse, la Dea Tutilina. Perchè non parve loro che Segezia bastasse, dagli erbosi inizi alle aride reste? » 1.

Nota poi come la stessa pianta di grano è affidata alle cure di Proserpina, del Dio Nodato, della Dea Volutina, delle Dee Patelana, Ostilina, Flora, del Dio Lactumo, della Dea Matuta e della Dea Runcina, quando, finalmente, è tagliata. Ora, dice S. Agostino, a chi si deve attribuire la grandezza dell’impero romano, se Roma è stata difesa e sostenuta da una quantità di piccoli Dei talmente attaccati a un ufficio particolare, che sarebbe stato molto imprudente affidar loro un compito di ordine generale?

Allora — egli nota, passando agli Dei maggiori — supponiamo che il merito dell’impero risalga a Giove. « Jovis omnia piena » dicono i latini; ma come mai allora è assegnata l’aria inferiore a Giunone e l’etere a Giove? Tutto non è dunque pieno di Giove? Oppure essi riempiono l’aria e l’etere, e stanno insieme in ciascuno dei due elementi? Ma allora perchè dare l’aria a Giunone e l’etere a Giove? E dopo aver dimostrato negli altri grandi Dei tutti i garbugli, che nascono da queste prime definizioni contradittorie, egli si chiede: « Ma se invece, come

  1. (1) De Civit. Dei, IV, 8.