Pagina:Ferrero - La palingenesi di Roma, 1924.djvu/84

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la distruzione 73


confessare che gli Dei non servono a niente e che è inutile venerarli » 1.

Così, a poco a poco, dopo avere numerato tutti i vizi e le ridicolezze dei numi, come un buon avvocato che vuole screditare i testimoni della parte avversa, S. Agostino conclude affermando che gli Dei sono inutili, e che non hanno partecipato all’ingrandimento e alla fondazione dell'Impero. La discussione è chiusa con un dilemma insolvibile, a proposito della grandezza e della decadenza degli imperi.

« Insomma, o gli Dei sono infedeli, abbandonano i loro amici e passano al nemico — ciò che non fece Camillo, il quale era solo un uomo, quando, essendo stato pagato da Roma con ingratitudine per avere espugnate le città ostili più pericolose, memore della patria, dimenticò l’ingiuria e salvò Roma una seconda volta. O questi Dei non sono così potenti come dovrebbero essere, poiché possono esser vinti dall’ingegno o dalla forza degli uomini. O gli Dei non sono vinti dagli uomini, ma battagliando fra loro sono vinti da altri Dei, che proteggono altre città: hanno dunque anche loro delle inimicizie reciproche, o le sollevano ciascuno per il proprio partito » 2.

  1. (1) De Civit. Dei, II, 23.
  2. (2) De Civit. Dei, IV, 7.