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Pagina:Ferrero - Leonardo o dell'arte, 1929.djvu/145

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l’artista con il rigore delle sue leggi, è tanto più grande quanto più chiede all’uomo «ingegno», quanto più gli offre «difficoltà». L’artista ha da superare i limiti che la natura gli ha posto - e cioè la necessità dell’arte: ma deve riuscirci con il minimo dei mezzi e «non uscendo dalle misure» 21.

L’artificio, e cioè il segreto di risolvere un problema insolubile in maniera insospettata, è dunque, per Leonardo, uno dei fondamenti dell’arte, perchè suscita la meraviglia. Non ci si deve stupire se uno degli effetti che l’arte per Leonardo deve provocare nell’uomo è la «meraviglia» 22. La pittura, scrive, è di «maggior meraviglia» 23.

Anche un rimatore famoso del Seicento, cantò di una meraviglia, che sarebbe il «fin» del poeta; ma si trattava di una meraviglia più simile a quella che suscita nel pubblico il funambolo delle fiere, che della meraviglia di cui parla Leonardo nel suo Trattato. Si riaccostò invece a Leonardo qualche secolo dopo Baudelaire, quando scrisse: «la beau est toujours étonnant» 24. Questa formula non ha un vero significato che quando si nega la sua reciproca. Il sorprendente non è sempre bello, mentre il bello è sempre sorprendente. Quando si trova in Leonardo, questa «meraviglia» ha