Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
20 | un nuovo poeta romanesco. |
Co’certi strilli....
D. G. Bada che te tocca!1
Peppe. Ma un omo, dico io!
D. G. Dico, Peppetto,
Famm’er piacere, attùrete la bocca....
(xiv.)
E sentendo che la cresima «ci fa diventare soldati veri del Salvatore,» egli domanda non senza malizia:
Ma fàmos’a capì:2 sordati veri, |
Onde il curato, colpito dove gli duole, risponde brusco:
Si nun t’azzitti, sai, te do du’schiaffi. (lxxii.) |
Sugli effetti del sacramento del matrimonio, il quale, secondo il Bellarmino, fa «procreare i figlioli» e vivere gli sposi «con pace e carità,» il ragazzo osserva:
Che facci fà li fiji, oh! questo sì;
Questo se vede, ma me pare a me
Che su sta pace ce sarebbe dì;
A sentì mamma e tata....
D. G. Abbad’a te!
Lassa sto tasto, e torna venardì....
(lxxix.)