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sonetti. | 75 |
XXVII.
ER SANTO PADRE ABBRAMO.
3.
Quanno fu er terzo giorno finarmente,
Se scropì da lontano un monticello;
Allora er boccio1 disse a le su’ gente:
— Restate puro2 qui cór somarello.
E doppo poi se sa3 come quarmente
Agnéde4 in su cór fio5 che, poverello,
Siccome lui nun ce capiva gnente,
Diceva: — Tata,6v e indóve sta l’agnello?
E Tata duro! ... Abbasta, er resto poi
Lo sanno tutti, si la storia è vera.
Ma er bello è, che ner mentre uno de noi
Ch’ariprovassi7 oggi a fà antrettanto,
Lo pìjeno e lo schiàffeno in galera,
Lui s’è scroccato er titolo de santo!