Pagina:Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu/66

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62 fiabe e leggende


Però a far certo il prossimo d’essere un grande infame,
Lo credereste? a volte patito avea la fame
Per dar l’ultimo scudo a un cieco o a un saltimbanco...
Vivaddio! colle piume in testa e il ferro al fianco,
In quel tempo di balde e facili avventure,
Di follie malinconiche e di allegre paure,
Vi giuro, o mie fanciulle, che, con vostro permesso,
Diverso come or sono, stato sarei lo stesso!
Ora tutto è svanito! e (perchè nol direi?)
I nostri dì son tetri senz’essere men rei;
Nel lenzuolo del Solito sepolta è l’avventura;
II bardo e il cavaliero davanti alla Questura
In ginocchio han deposto il brando e il colascione;
Il motto erra sul lastrico del popolo padrone;
Tolto è all’oro il tripudio delle superbe offese,
Tolta al vulgo la gloria delle balzane imprese;
Della Corte d’Assisie Baiardo è un latitante,
E Fanfulla è un evaso dal medico curante;
Si è sicuri e difesi, si è posati e dabbene,
Parliam di colti allori e d’infrante catene,
Ma interrogate il cuore di tutti, ad uno ad uno,
E troverete un viscere d’aria e d’amor digiuno!