Pagina:Fiabe e leggende Emilio Praga.djvu/74

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70 fiabe e leggende


Dalla miseria in mezzo a quello stuol di oppressi,
Per marcarne le brame, o per morir con essi);
E forse fra le immonde capigliature, oh cosa
Triste! stavano avvolte pur le guancia di rosa
Di qualche bambinello, nato a far dolce il nido
Della povera madre, e che doman sul lido
Stenderà le manine alla folla ciarliera,
E comporrà le labbra alla prima preghiera
Per cercar l’elemosina!

                                        — E ben cotesto l’uscio;
Ma, a quel che sembra, l’ostrica s’è già chiusa nel guscio.
Berenice! eh, la vecchia! È il cavalier Lionello
Che vi chiede l’onore di entrar nel vostro ostello!
Vedrai, Steno, una reggia... chi la grama vecchiaccia!
Non son uso ad attendere per veder la tua faccia;
Apri, o getto la porta! —
 
                                             Pur nessuna risposta.
Come al vento d’autunno una tarlata imposta,
Sbadatamente chiusa da un mandriano in viaggio,
Tal quella porta offerse a un urto sol passaggio.
Entràr, ma tosto colti da ribrezzo improvviso,
Retrocessero. E Steno: — Santi del paradiso!