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Speriamo che il nome di fra Filippo da Siena, nel drappello degli aurei Scrittori del trecento, non abbia a comparire intruso nè indegno. Appena è conosciuto, chè dei suoi Assempri pochi soli sono noti, editi dal chiaris. Sig. Cav. F. Zambrini, per bontà del quale noi abbiamo potuto effettuare questa nostra edizione.[1] Onde noi ci chiamiamo fortunati, per esserci toccata la ventura di far conoscere all’Italia uno scrittore affatto nuovo, e della patria nostra.
Della sua vita poco diremo, poichè un umil fraticello, che condusse in convento quasi tutti i suoi giorni, non ha da lasciare al mondo che poche memorie. Della sua santità e del suo culto (poichè fu posto su gli altari come Beato) lasceremo parlare agli agiografi; per chi gradirà aver sottocchio l’epoche della sua vita in ordine cronologico, lo rimettiamo alle note.[2]
Filippo, fu della nobilissima casata Agazzari o, come dapprima si disse, della Gaz-