Pagina:Filippo da Siena - Gli Assempri.djvu/80

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de’ suoi maledetti denari. Avvenne che Idio volendo ponar fine a tanta abbominazione, sì ’l percosse d’una grave infermità, sicchè ‘l misero spesse volte el dì si levava a sedere sul letto e facevasi ponare in grembo grandissima quantità di ducati d’oro, e poi gli pigliava e ponevasegli al volto e piangendo diceva: Oimè denari! che non m’aitate? Oimè! che per voi ho durata tanta fatiga in acquistarvi, e ora mi lessate così miseramente partire da voi! Oimè denar’ miei! che in voi ho avuto tutto ’l mio amore, e tutta la mia fede, e tutta la mia speranza! e ora che io ho bisogno del Vostro aiuto, non m’aiutate! Oimè! quanto diletto ho avuto di voi, e ora mi vi conviene lassare! E cosi si rifaceva da capo, e diceva: O speranza mia, o voi non m’aiutate! e pigliavagli, e rifregavasegli al volto. E con queste e con altre simili parole dolorose e abbominevogli piangendo, parecchie volte el dì faceva sopra questi suoi maladetti denari grande lamento, et altro acconcime non fece per l’anima sua misera, se non che lassò reda el Signore che era allora di Padova, cioè misser1 Fran-

  1. Francesco da Carrara detto il Vecchio, per dislingerlo da Francesco Novello suo figlio. Il vecchio morì