fu a mezza via, essendo ’l tempo chiaro e sereno e ’l cielo stellato e in aria nulla nuvila si vedeva, venne un grandissimo tuono e baleno intanto che tutti isbalordiro; e giognendo sull’uscio de la casa, venne un altro tuono con un baleno duo tanto maggiore e medesimamente tutti stordiro. E giognendo poi ne la corte per volere entrare in camera del misero infermo, venne un altro baleno con un tuono sì orribile che chiunque era ne la camera fece stordire e ’l medico e chiunque era ne la casa caddero accovolati in terra, e ruppe et aperse le finestre de la camera dov’era lo ’nfermo, e spense quanti lumi erano ne la casa. E così stettero accovolati ben per una quarta ora, sì storditi che non avevano ardire di levarsi. Poi finalmente accesero el lume, et andare allo ’nfermo e trovarlo morto; e così e’ diavogli ne portaro l’anima sua. Poi ch’io ebbi scritto el sopradetto assempro, più volte, secondamente che m’aveva detto el figliuolo del sopradetto medico, mi disse ’l medico el quale era uomo auto di ben novanta anni, et era di santa vita e molto venerabile persona. Dissemi che venne di subbito una piova con una grandine e con tanta tempesta, che credettero che tutta la terra dovesse sonnabissare, e tutta la casa tremava e le tecole del tetto tutte si percoteano