Pagina:Fillia - L'ultimo sentimentale, 1927.djvu/11

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giama, stranamente decorato. Gli occhi di lei, quasi azzurri, risaltavano nella cornice bionda dei capelli cortissimi. Il corpo magro, modellato dal pigiama, aveva movenze geometriche, legnose, ma non prive di larghe morbidezze sensuali.

Gli parlò dei suoi libri, delle sue ricerche d’avahguardia: Farro Marchi sentiva la voce precisa analizzare chimicamente lo stato d’animo e l’atmosfera psicologica — invece di procurargli interesse artistico, quella voce aveva in lui risonanze variatissime.

Passarono molti giorni. I rapporti tra i due artisti aumentarono d’intensità, ma Farro Marchi non riusciva a definire il sentimento della scrittrice che aveva abbandonato la compagnia per essere sola con lui. La sua faccia intelligentissima tradiva qualche volta espressioni femminili di affettuosità, ma essi continuavano a raccogliere figure fantastiche di pensieri, immagini astratte, impressioni ambientali. Cordialità perfettamente simile all’amicizia tra due uomini. Quando i discorsi si facevano, più intimi, sfiorando gli argomenti sentimentali. Sona Vinki, con apparente indifferenza, svolgeva il proprio giudizio, favorevole ai diritti sociali e morali della donna.

Sera calda, densa di oppressione e di sensualità: la polacca raggiunse lo scrittore al Biffi, vestita di giallo e di rosso. L’abito ricco di originalità vibrava sulla magrezza del corpo, l’accendeva di un ma-