Pagina:Fillia - L'ultimo sentimentale, 1927.djvu/74

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faccia meravigliosa, intelligentissima, che aveva riverberi di bambola e di belva. Seduzione irresistibile degli occhi azzurri, grandi, dove le pupille si spalancavano tanto da racchiudere tutta la sua anima. Poi la bocca, le labbra terribili, il rosso feroce, bruciante, inumano — la bocca che lo baciava fino all’esaurimento, lo mordeva fino allo spasimo...

Si scosse urlando, reagì con uno sforzo della volontà.

Perchè inchiodare il suo desiderio fisico in una donna sola? Ricordava ora tutte le bellezze ammirate in mille occasioni, i diversi «tipi» che lo avevano colpito — cercò affannosamente di schiacciare la «sua» visione con il raffronto di altre donne: lotta barbara, eroica tra l’abitudine e la varietà.

Creò cerebralmente il fantasma di una femmina, come aveva sognato da giovanissimo. Un viso bianco, ovale dai grandi occhi scuri carichi di passione e di sensualità — nell’ombra calda dei capelli nerissimi, divisi sulla fronte con una linea geometrica — femmina spagnola che sapeva di mandorle e di latte — che portava il profumo degli aranci in fiore, che camminava nella danza elastica dei fianchi, che gonfiava la seta rossa dello scialle con l’impeto bianco dei seni duri....

Duello selvaggio tra il reale e l’irreale, nel cerchio chiuso dell’amore: si afferrò naufragicamente alle antiche amanti, nella speranza di costringere il ricordo di Sona in una indifferenza uguale. Il sorriso ironico, stranissimo, di un’italiana ventenne, la sensualità insaziabile di una bruna americana. Giostra