Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/115

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re! Ora non avete più nè onore nè cuore! Oggi ho visto una vedova passata a seconde nozze e indossava il costume delle fanciulle che vanno a prime nozze... Uh! la svergognata! e Marta C*** a cui è morto il padre un mese fa? Era là al camposanto, oggi, allegra, quasi non le fosse avvenuto nulla, e in qual luogo poi! Dicono che quella lì abbia il busto, sotto la camicia, come le signore. Ma se ne volete di peggio! Peuh! peuh!

— Come, sei stato al cimitero?... — chiese vivamente Lara. — C’era molta gente? Signori e signore? Molti?

Lara fu per fare una domanda che le abbruciava le labbra, ma non la fece; solo un tremito le increspò la bocca pallida, mentre Bastiano spalancava gli occhi ancora abbagliati dalle meraviglie del cimitero. — Eh! vi era il mondo! Là... là... stupende corone di fiori che parevano veri, con grosse ciliegie mature, e lampade.... quante lampade! Perdinci! se avessi tutto l’olio di quelle lampade sarei ricco... almeno cento litri d’olio!

Lara cominciò a divertirsi: sorrise della meraviglia del servo e disse: — Ti vorrei vedere al camposanto di Cagliari, per non andare oltre. Lì sì davvero che spalancheresti la bocca!

— Lì, illumineranno le tombe a petrolio... — rispose Bastiano, gettando uno sguardo ad un fanale che si scorgeva in lontananza.

— No! — esclamò Peppa, — a luce elettrica.

— Eh? Che cosa è questa luce?...

Lara aprì le labbra per spiegare, ma come poteva, la luce elettrica e per rimettere in ordine le idee di Peppa, ma questa non la lasciò dire.

— È il lampo! — esclamò...

— Il lampo? il lampo!... — disse Bastiano pensoso e sbalordito.

— Babbeo — rispose Peppa, colpita da una sublime idea. — È il lampo che viene raccolto in lampade di vetro, le quali danno luce assai più che le lampade piene d’olio d’oliva!...

— Ahi! ahi! — riprese il servo con un sospiro di an-