Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/119

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le meraviglie del continente, lo prendono per un gran fanfarone.

— Che ignoranti! Pure scommetto che sono felici! — esclamò Lara con un sorriso di tristezza e di disprezzo.

— Altro! Bianche, rosse, grosse, esse ridono sempre!

— Beate! — fece Peppa con ironia, pensando che al loro confronto lei era istruitissima.

Lara chinò la testa: il suo viso, a misura che la notte si avanzava, diventava sempre più bianco, stirato e l’espressione dei suoi occhi più triste e sconfortante.

Si udì una voce che chiamava dall’interno della casa:

— Peppa! Peppa! — La ragazza si alzò e sparì rapida come un fulmine: Lara restò sola col servo nella loggia nera illuminata dal fuoco. Il vento era cessato del tutto e in lontananza s’udivano già le tristi voci di una serenata, perchè, benché fosse il giorno dei morti, i vivi pensavano lo stesso a divertirsi. Bastiano sospirò e disse stirando le braccia:

— Eh, ora mi piacerebbe andare in giro.

— Davvero? — chiese Lara con un sorriso negli occhi. — Purché tu mi faccia un favore, ti fo concedere il permesso di uscire fino alle nove...

— Cento favori, donna Lara! E poi non sono il suo servo?

— Sì — disse Lara guardandosi attorno e abbassando la voce. — Ma mi giuri di farlo e di non parlarne?

— Mi getterei sul fuoco per lei! — rispose Bastiano, curioso di sapere e commosso dalla speranza di due ore di libertà notturna, esponendo infatti la sua manaccia alla fiamma.

— Non tanto, non tanto, Bastiano!

— Di che si tratta? — domandò il servo con voce sommessa.

— Ma giuri?...

— Sulla memoria di mia madre, giuro di fare ciò che lei vuole!

La fanciulla sorrise di questo giuramento troppo arrischiato, poi trasse di tasca una letterina bianca dall'elegante soprascritta e la porse a Bastiano mormorando:

— Ecco cos'è! La metterai stasera stessa alla posta. Bada che nessuno ti veda! — Bastiano fece un gesto di