Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/154

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fosse morto o avesse cessato di amarla. E sentiva meraviglia, spasimo, pietà. Che doveva fare? Rispondendo no, avrebbe recato un colpo doloroso al cugino, forse destato sospetto in lui, che l’avrebbe costretta a confessare il terribile segreto del suo amore. Rispondere che l’amava, poi, era impossibile, una menzogna che le ripugnava e la atterriva. Che fare, che fare? Marco intanto continuava eloquentemente il suo discorso, promettendole un paradiso d’amore e di felicità; ma lei non lo ascoltava più, gli occhi vaganti in cerca di un’idea, di un mezzo qualsiasi per sottrarsi diplomaticamente da quel pericolo tanto più compromettente perchè impreveduto, l’anima in cerca di Massimo per chiedergli un consiglio e un aiuto. — Se fosse stata libera di sè, o senza la paura di venire scoperto il suo amore, Lara forse avrebbe accettato il cuore di Marco e avrebbe consacrato a lui la stessa passione che consacrava a Massimo, o avrebbe risposto recisamente no; ma Marco era giunto troppo tardi, giunto in un momento in cui Lara non poteva più amarlo nè respingerlo francamente per non destare i suoi sospetti e forse anche la sua vendetta. Che fare, che fare? La povera fanciulla restava immobile sempre nel medesimo sito, le braccia tremanti, martoriando con le manina inguantate i nastri del suo vestito: giù dalla sala da ballo salivano le ultime note della quadriglia e il vociare confuso dei convitati, che nell’allegria ardente del divertimento non avevano posto mente alla lunga assenza del padrone di casa con la sua piccola dama; le candele continuavano a consumarsi con un acre profumo di fiori secchi, e già la luce cilestrina dell’alba, penetrando attraverso le cortine bianche, disegnava un circolo glauco, cinereo in fondo alla camera immersa in una strana tinta rossa smorzata. Non si può spiegare il motivo, ma è certo che spesso basta un riflesso, una nota, un’ombra, per dettare un’idea. Lara guardò il fondersi delle due luci, quella dell’alta e quella dei lumi spegnentisi, e un raggio le brillò negli occhi umidi di pianto. Ascoltò le ultime frasi di Marco, che la scongiurava a non aver vergogna nel dirgli francamente che l’amava, e gli rispose:

— Non posso risponderti ora, Marco, ma ti chiedo otto giorni, otto soli giorni. Te ne supplico, otto giorni sol-