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chè? Massimo non sapeva spiegarselo, ma non osò certamente chiederlo a Marco, aspettando che Lara lo richiamasse a sè per domandarle spiegazioni. — Dunque, quando Pasqua entrò, Marco stava solo nel suo studio, davanti allo scrittoio. Pareva lavorasse, ma in realtà pensava profondamente a qualche cosa, con le mani abbandonate sulle carte, pallido e gli occhi fissi verso un punto indistinto, vagante nel vuoto, tanto che sussultò forte quando la fanciulla rinchiuse con fracasso la porta e gli disse singhiozzando: — Marco, Lara muore!...
Egli si rizzò spaventato, coi capelli irti. — Muore? — gridò.
— Sì, muore, ma tu puoi salvarla, tu... Marco. Ritira la tua domanda e lasciala libera di amarsi con Massimo...
— Che hai tu detto?... — esclamò Marco con stupore. — Tu sai?
— Sapevo tutto, da prima... — continuò Pasqua, sempre piangendo, — perchè mi ero accorta di tutto... io... ma non credevo che Lara dovesse morirne... e invece muore, vuol morire e morrà... ed io resterò sola... io che non ho altra amica, altra sorella che lei, io che l’amo tanto... Ecco, leggi... leggi... Alla fine, Marco, tu sei vecchio.... scusa, sai, ma sei vecchio per Lara... ma se vuoi riammogliarti, tutte ti vorrebbero, e se non trovassi altre, vedi, ci sarei io che ho subito sedici anni — ed io ti vorrei, sì, ma che Lara viva! io la voglio viva, viva, viva!
Impossibile descrivere la maraviglia e l’emozione di Marco nel sentire parlare così Pasqua, la piccola creatura nell’alba della vita, che gli dava una sublime lezione di abnegazione e di sacrificio, a lui il cui sole cominciava a tramontare. Prese la lettera e la lesse con un fremito per le mani, mentre Pasqua continuava a piangere. A poco a poco il suo volto s’illuminò, e i suoi occhi, splendenti di un raggio arcano, del lampo che un giorno doveva illuminare lo sguardo dei martiri, si rivolsero al cielo. Abbracciò Pasqua e baciandole i ricci d’oro che le cadevano sulle guance, bagnate di lagrime, le disse: — Sta’ tranquilla, e non piangere più! Salveremo Lara.
Bruciò la lettera, dicendo: — Queste non sono confidenze da farsi con nessuno! — poi uscì insieme alla fanciulla e un momento dopo si trovava presso la malata.
Stettero soli per più di un’ora, nella penombra d’oro