Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/58

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dare i meandri e i giuochi scintillanti dell’acqua divisa dai remi.

Si andò, si andò.... Lo stabilimento scomparve, le montagne cambiarono dì aspetto, la scogliera apparve più selvaggia, più bella, grigia nella lontananza azzurra del crepuscolo, e solo quando la luna rossa spuntò sull’oriente tinto di un colore aureo-sanguigno, si pensò al ritorno.

Veniva una bella notte, una splendida notte di plenilunio e d’amore. Oh notti belle dei nostri mari! Chi, chi può vedervi e scordarvi? Chi non sogna fra i profumi delle alghe striscianti sulle onde d’argento e di smeraldo, mentre gli olmi silvestri e lo eriche susurrano sulle rive arcani versi d’amore e giù dalle montagne lontane scende il ritmo sfumato di una poesia cantata dal viandante o dal mandriano solitario, che narra gli amori ardenti dei castelli antichi e dei casolari moderni, che narra la solitudine immensa dello nostre montagne e delle nostre scogliere?....

E Lara sognava! La luna saliva sull’orizzonte limpido, il mare scintillava ai suoi raggi, e un fuoco lontano lontano brillava nella penombra cerula di una crosta delle montagne.

Il barcaiuolo aveva cessato le sue chiacchiere; anch’egli compreso forse dall’arcana serenità del plenilunio bianco, intento ai suoi remi e all’onde che la brezza serale spingeva contro la barca, aveva ripreso la sua cantilena strana, incomprensibile, pensando alla sua terra lontana.

Le bambine ridevano sempre: Genia trasse di tasca un pacco di carte microscopiche e propose una partita al chiaro di luna; e la partita cominciò, e mai si videro giocatrici più arrabbiate e intente al fatto loro.

Allora Nunzio pensò che l’ora ora giunta. Lara taceva e sognava. Appoggiata alla sponda della barca, le mani intrecciate sul grembo, guardava le montagne azzurre, e i castelli neri ricomparivano sulle loro cime, e i paggi, gli scudieri, la castellana in costume diverso, Margherita di Valois ora, con le maniche di raso bianco a grandi sbuffi, e il castellano anch’esso, sempre alto, gentile con la fisionomia più profilata e distinta da quella dell’ultimo sogno. Un lieve sorriso mistico da vergine