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stò convinto che sua figlia, il sangue suo, non fosse degradata al punto di amare un povero diavolo che doveva mettersi «impiegato!».

Allora gli si propose di dargliene le prove; ma don Salvatore ricusò. Si credeva savio e prudente e perciò pensò!

— Potrebbe darsi.... e poi?... Farei forse uno scandalo, e Lara allora potrebbe, ribellarsi: le conosco io, le donne! Quindi tronchiamo il male dalle radici....

Lo stesso giorno disse a Lara che, chiamato ad X*** da imperiosi affari, doveva immediatamente ritornarvi; preparasse dunque tutto, chè l’indomani lascerebbero i bagni. Per quanto si sforzasse a parer calmo, don Salvatore era leggermente pallido e nelle sue parole fischiava un accento insolito freddo e tagliente.

E Lara vide, intese e indovinò! Qualcosa come una cappa di piombo le calò sulle spalle, le irrigidì tutto il sangue: non tremò la sua gracile personcina, ma tremò il suo cuore, stretto, compresso da una mano fredda, di ferro. Mai Lara aveva provato un simile affanno; era l’angoscia dell’assassino che vede scoperto il suo delitto, era il presentimento dello stesso assassino che, squarciato il velo del suo orribile segreto, vede innanzi a sè la galera e forse anche il patibolo, mentre prima sognava una vita agiata, rosea, sorridente fra l’oro procacciatosi col dritto. — Per Lara l’amare un povero era un immane delitto, e don Salvatore le avrebbe perdonato piuttosto un assassinio che l’amare un povero: ma sino a quel momento, ella non se l’era più ricordato, sino a quel momento i suoi occhi non avevano più traveduto la triste realtà.

Lo strano accento del padre nel dirle: «domani partiamo!» — bastò a riaprirle gli occhi. Si destò come da un sogno bello e fatale nel medesimo tempo e si guardò attorno spaventata.

Ah, che aveva ella mai fatto! — Appena sola, si lasciò cadere in un angolo e rimase con la testa fra le mani per più di un’ora. Fu Mariarosa a richiamarla in sè.

— Dunque partite, domani?... — chiese tristemente.

Fior di Sardegna 5