Pagina:Fior di Sardegna (Racconti).djvu/90

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sarebbe salito su solo tre volte alla settimana) doveva abitare per quindici giorni. Quando Lara si avvide di ciò, provò un brivido; guardò bene e vide che i ragni tessevano magnifiche cortine sul tetto, sulla finestra, da per tutto; che il suolo screpolato, sfossato dimostrava come e qualmente nell’inverno trascorso quella stanza fosse stata abitata da una famiglia di... porci, e il suo disgusto crebbe. Come, come passare due settimane in quella stamberga? Era certa che vi sarebbe morta: al paragone la loro vecchia casa di X*** era una reggia, e Lara, non ancora riposata dal lungo viaggio, anelava già ritornarvi. Entrò in chiesa, i capelli, gli abiti coperti di polvere e il disgusto impressi nel viso, pensando che in realtà erano due grosse bestie ignoranti le due serve che non sapevano contenersi dalla gioia che provavano a trovarsi lassù. La chiesa giaceva nella penombra; alte pareti bianche, una vôlta pure bianca, un umile altare con la Madonna bianca dai grandi occhi pallidi azzurri, il pavimento di lavagne, due banchi di legno nero, una porta piccina al fianco e una grande in fondo, sormontata da una finestra gotica da cui pioveva una strana luce azzurrina, polvere e silenzio da sepolcro, ecco tutto! Fu una nuova disillusione per Lara, che credeva trovare un po’ di arte e di ricchezza nella chiesa; tuttavia al medesimo tempo la calma fredda e solenne di quella vecchia casa di Dio si introdusse nel suo cuore. Si inginocchiò sui gradini freddi dell’altare, la testa appoggiata alla balaustrata di legno, e pregò. Chissà che disse! Preghiere a fior di labbro, avemmarie susurrate da un’anima fredda ed oscura al pari di quella chiesa; — il fatto sta che, appena levatasi, Lara si diede a frugare con una curiosità poco religiosa su e giù per l’altare. Trovò la tovaglia magnifica, ma il libro molto vecchio. Le ampolline asciutte, i candellieri senza ceri, la polvere, dimostravano che da molto tempo nessun prete pregava in quell’altare. La lampada spenta diceva come i Mannu fossero i primi a salire per la novena. Molte cose trovò Lara, ma nessuna la commosse quanto qualche parola scritta col lapis su una parete, sotto la pila dell’acqua santa. Diceva: — Addio, Madonnina bianca, con te lascio la mia felicittà! — Il doppio «t» della felicità fece sorridere Lara, ma lentamente, quel sorriso sfumò, e