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Firenze sotterranea 185

dobbiamo tener in Firenze un tal centro d’infezione?

E quando le case, già pericolanti, rovineranno, e schiacceranno sotto di sè gl’inquilini, i poveri e i delinquenti, poichè una delle peggiori servitù della miseria è il dover sottostare alla connivenza coi tristi, che cosa direte?

C’è chi propone aprire una nuova porta nelle mura di San Rocco, la quale gioverebbe assai, poichè la mattina la fila de’ barocci alla Porta San Frediano è sterminata: certi generi, sottoposti a facile deperimento, patiscono, esposti al sole, o all’intemperie sui carretti. Se aprite la porta, certe straducole segregate, diventeranno vere arterie di circolazione: c’infonderete l’attività della vita sana, operosa. Le case allora acquisteranno un pregio: il movimento caccerà quello che vi ha di putrido moralmente: la corruzione morale si accumula dove stagna la vita, come i miasmi si sviluppano da certe acque morte.

Ma se atterraste tutte quelle casette, che non costano nulla (e ponghiamo pure che le pretese si svelassero con la richiesta) avreste formato uno de’ quartieri più gai e più luminosi di Firenze, in mezzo a giardini, a piè di Bellosguardo, del Poggio Imperiale, del Viale de’ Colli. Da per