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Pagina:FirenzeartigianaDelLungo.djvu/100

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90 agna gentile

90 AGNA GENTILE tedesche ambizioni, ma nemmeno a destreg- giarsi fra esse, le combatteva tutte egualmente, in servizio dell' ambizione regia, pur con impe- riali aspirazioni, del Gigante francese drudo e signoreggiatore della Meretrice dantesca l ), Di quello scandaloso papato degni rappresentanti in Italia erano i Legati; allora Bertrando de Pouget, più tardi Gildez d'Albornoz, e altret- tali: sinistre figure di preti condottieri, che di città in città, specialmente di Romagna e di Lombardia, scorazzando in quella loro scon- cia vesta, tramescolata di cotta d'arme e di cotta da altare, dove non trafficavano curial- mente a denari, insanguinavano con le compa- gnie di ventura; e così venivano lungo l'Ap- pennino infocolando le pretensioni ecclesiastiche a quella signoria temporale, che finì poi con essere, tanto saldamente quanto le sue illegit- time origini lo consentivano, compaginata dal Duca Valentino e da Giulio II. Ci fu un mo- mento, che il Cesare tedesco, accolto dalle città lombarde nella persona di quel figliuolo del magnanimo Arrigo, dette da pensare e ai due grandi « tiranni » ghibellini fra Ticino ed Adige, i Visconti e gli Scaligeri, e agli Este guelfi sul Po, e ai Gonzaga sul Mincio; tanto più che il sottomettersi a lui di città così guelfe come ghibelline era favorito e aiutato dal Legato Purg. xxxu, 148-60.