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tesia d’amorevole aiuto, sarebbe lui, si alzerà per sedere, lì a pochi passi dal letto, sul tettuccio, sorreggendosi alle spalle dei nipoti: e in tale atto, fra que’ due giovani, appoggiando i suoi centovent’anni sulla loro fiorente robustezza, questo sopravvissuto dal secolo di Cacciaguida al secolo della Comedia di Dante, serenamente, senza che paia suo fatto, anzi senza ch’e’ senta la morte, morrà.

Quello fra’ suoi discendenti, messere Donato, che un mezzo secolo dopo scriverà, sopr’una lucida vacchetta mercantile (la possediamo anc’oggi), la Cronica domestica dei Velluti 5 ), i loro parentadi e le consorterie, il lavoro molteplice e i sudati guadagni ne’ commerci a banco e oltralpe, i patti fidati e le sanguinose vendette per anni e anni covate, i magistrati e le ambascerie di Comune e le gare cittadine; e ritrarrà in parlanti figure i loro uomini e le donne, senza esornamenti biografici, ma