Pagina:Fisiologia del matrimonio.djvu/31

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muore qualche volta di dolore per vedersi macchiare la candida tunica.

Ella si compiace nel lisciarsi i capelli, nel far loro esalare odori inebbrianti, nel pulirsi le unghie rosee, nel tagliarle a mandorla, e nel bagnare spesso le sue membra delicate. Ella non si compiace, durante la notte, che sul più morbido cuscino; durante il giorno, che sui divani imbottiti; perciò la posizione orizzontale è quella che prende più volentieri. La sua voce è di una dolcezza penetrante, i suoi movimenti sono graziosi. Ella parla con una meravigliosa facilità; e non si dedica ad alcun lavoro faticoso. Pur nondimeno, e malgrado questa apparente debolezza, vi sono dei fardelli che ella sa portare e muovere con una disinvoltura miracolosa. Ella fugge il raggio del sole e se ne preserva con ingegnosi mezzi. Per lei camminare è una fatica; mancia essa? È un mistero; sente ella i bisogni delle altre specie? È un problema. Curiosa all’eccesso, si lascia prendere facilmente da colui che sa celarle la minima cosa, perchè il suo spirito la porta senza posa a cercar l'ignoto. Amare è la sua religione; ella non pensa che a piacere a colui che ama. Essere amata è lo scopo di tutte le sue azioni; eccitar desiderii, quello di tutti i suoi gesti. Quindi ella non pensa che ai mezzi di brillare; ella non si muove che in seno d’una sfera di grazia e d’eleganza; è per lei che la giovane indiana ha filato il pelo flessibile delle capre del Tibet, che Tarare tesse i suoi veli d’aria, che Bruxelles fa correre spole piene di lino il più puro e il più sciolto, che Visapour disputa alle viscere della terra sassolini scintillanti e che Sevres dora la sua bianca argilla. Ella medita giorno e notte nuovi adornamenti, spende la sua vita a farsi insaldar le vesti e a gualcir scialli. Ella va a mostrarsi fresca e brillante, ad incogniti che l'adulano e i desiderii de’ quali la incantano, quantunque le sieno indifferenti. Le ore tolte alla cura di se stessa e alla voluttà, dessa le occupa nel cantare le arie più dolci; ed è per lei che la Francia e l’Italia inventano i loro deliziosi concerti, e che Napoli dà alle corde un’anima armoniosa. Ella teme il matrimonio, perchè fluisce per guastarle la persona; ma vi si abbandona perchè promette la felicità. Se partorisce figli è puro caso, e quando sono grandi li nasconde.

Questi tratti presi a caso fra mille, si ritrovano forse in quelle creature le cui mani sono nere come quelle delle Bcimie, e la pelle ha un color nocciuola, il cui viso è abbruciato dal sole e il collo grinzoso come quello dei tacchini, che sono coperte di stracci, la cui voce è rauca, la intelligenza nulla, l’odore insopportabile, che non pensano che alla gerla del pane, che sono incessantemente curve verso terra, che zappano, erpicano, nettano, spigolano, mietono, impastano il pane, gramolano la canapa; che, frammiste al bestiame, ai fanciulli ed agii uomini, abitano in tane appena coperte di paglia; e allo quali, in fin dei conti,