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possa o no danneggiarlo, lo lascio decidere ad altri ma io ritengo che sì.
Consultando alcune notizie autografe dell’ingegnere Ferdinando Morozzi, trovo che nella piena del 1° dicembre 1758, inferiore a quella del 1740, la sezione dell’acqua fatta sopra al Ponte Vecchio, senza quella traversata per la città, ascendeva a braccia quadre 2130 circa. Ora le luci del Ponte riquadrando braccia 1363 si verifica un eccesso di braccia 767. Sopravvenendo una piena superiore a quella citata, come si legge che molte sono state le piene maggiori, chi ci garantisce che non resti avulso com’è accaduto degli altri ponti in varie epoche?
Provata così l'innormalità, ed il rialzamento dell’alveo d’Arno entro Firenze, non meno che la insufficenza del Ponte Vecchio a cavare acqua, io credo che converrebbe rimettere la pescaja d’Ognissanti al livello in cui ne raccomandò la conservazione il matematico Viviani, ed anche più basso, previo un riscontro accurato delle platee dei ponti, che più o meno esigono pronte riparazioni, e di ambo le ripe. Onde provvedere allo scarico più ordinato delle materie dalla pescaja di S. Niccolò, sarebbe pure opportunissimo che nel ricostruire il ponte sospeso poco al disopra della medesima, venisse tolta quella diga, o traversante che gli serve di accesso, disponendo la fiancata destra del nuovo ponte presso che in linea retta con la parte destra dell’arco della Zecca, ove è situato il caterattone di scarico, o traforando almeno con arcate quel