Pagina:Fiume Arno entro Firenze.djvu/26

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scaja, e l’apertura delle callaje, non saranno per apportare pregiudizio alcuno nè ai ponti, nè alle sponde, giova qui riportare altri fatti.

Il diluvio del 1477 fece rovinare il Ponte Vecchio, ma non abbiamo notizia che la pescaja fosse portata via, che forse non vi sarà stata.

Nel 1269 per il legname attraversato rimasero ostrutte le luci del Ponte S. Trinità, e l’impeto della piena lo portò via; rotto quello, rovinò ancora l’altro della Carraja, e non si ha memoria che la pescaja delle molina fosse portata via, e notisi che di queste rovine prima ebbe luogo quella del Ponte S. Trinità, e poi l’altra del Ponte alla Carraja; che se fosse venuto il male dalla velocità del fiume, doveva prima cedere quello della Carraja, e poscia l’altro di S. Trinità, perchè un ponte fa steccaja all’altro.

Nel 1304 nuovamente fu portato via quello della Carraja, senza rovina della pescaja.

Nel diluvio veramente straordinario, e terribile del novembre 1333 che ruppe la pescaja d’Ognissanti, sì fece luogo alla rovina dei ponti alla Carraja e S. Trinità, e del Ponte Vecchio. «Stipato, così si esprime il Villani, per la proda, dell’Arno di molto legname, sì per istrettezza del corso dell’Arno, che vi salì, e valicò l’arcora del ponte, e per le case, e botteghe che v’erano suso, e per soperchio dell’acque, l’abbattè, e rovinò tutto, che non vi rimase se non due pile di mezzo» ed al Ponte a Rubaconte o delle Grazie, furono atterrate le sponde.