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periodo di tempo, deve servire e ubbidire la sua sovrana improvvisata. Insomma, dell'arte psicologica rudimentale, messa a servizio della civetteria femminile, quando all'arte psicologica deficiente non vengono sostituite le confidenze d una sorella del futuro suddito o le pagate indiscrezioni d una cameriera.
Il giuoco — che si chiama delle Regine — è quello che è: potrebbe anche riuscire interessante, quando venisse rappresentato da personcine tutte intelligenti, ma potrebbe anche diventare pericoloso. Kon è il giuoco che ci interessa: sono, invece, i commenti della Rivista, che per la prima lo annunzia e che lo definisce una geniale trovata, che all'occasione può permettere a una signorina di far conoscere per la prima la sua simpatia per le qualità d’un giovane, senza uscire dal riserbo cui è tenuta. Un modo come un altro di fare una dichiarazione, insomma. Una delle infinite proteste, che da qualche teinpo si formulano contro il preteso stato di passività, al quale è costretta la donna nel problema importantissimo del prender marito.
Si sa che la ribellione è venuta dall'America. Sono le ragazze yankees che, educate a una libertà sconfinata, sono insorte per le prime