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proprio tempo. Se piove, l’hótel ha la risorsa del jardin d’hiver con relativa orchestra, della sala da lettura tornitissima di libri e di giornali, dello hall ridente e invitante colle numerose poltroncine di vimini bizzarre e strane nella foggia, seducentissime per la delicatezza dei colori, e che è punto d osservazione senza pari, interessantissimo, come una finestra aperta sopra uno squarcio di vita internazionale, mondana, aristocratica, artificiosa, interessante come nessun’altra.

Se non piove, la giornata invita: si va a piedi lungo le strade principali, soffermandosi dinanzi a ogni vetrina, osservando, confrontando, desiderando, tentate da tutte le cose belle, vinte, spesso, da tutte le cose possibili... E al piacere di comprare — grandissimo per ogni donna — si aggiunge la piccola soddisfazione puerile di dare, invece del nome, o insieme al nome, un numero e l’hotel — poi, quella di trovare, tornando all’albergo, la propria camera ingombra di pacchi, d'involti, di scatole che lentamente si aprono e si sfanno, riassaporando il piacere del possesso nuovo colla felicità ingenua d’un bambino dinanzi a un giocattolo.