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— Sì, signore.

— Già. Oh già, già. L’ho capito subito. E Lei si figura di aver colto un galantuomo in fallo. Bravo, caro. Ella è fino, molto fino... Stese e alzò la mano spiegata per chiedere di non venire interrotto. Poi sorrise, scosse il capo, e riprese a voce bassa, lenta, solenne:

— E Lei non ha pensato che per combinare mutuo e vendita, nelle condizioni dei Vicarelli, fosse necessarissimo il segreto; che se i Vicarelli mi richiedevano, come m’hanno richiesto, di non palesare i nomi veri neppure a Lei, anzi di fuorviare le Sue ricerche, io dovevo farlo nel Suo stesso interesse, perchè un creditore spaventato come Lei, ficcando il naso qua e là, avrebbe mandato all’aria tutto, senza volerlo. Il mutuo c’è, il compratore c’è. Sicuramente, era inutile andare a Treviso e in cerca del negoziante Zonca. Certamente, io ho simulato poco fa una lettera di questo Zonca, ma era per la buona riuscita dell’affare; e poi, cosa ha fatto Lei oggi con me? Non ha simulato fino a questo momento?

— Oh, — scoppiai, — per chi mi prende? Anche





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